Prevenzione cardiovascolare: meglio prevenire che curare

Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la prima causa di morbilità e mortalità nei Paesi occidentali. Nella maggior parte dei casi, queste condizioni si sviluppano lentamente e in maniera insidiosa, favorite da fattori di rischio che spesso non danno sintomi. Tra i più comuni troviamo la storia familiare di cardiopatia, l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, il diabete mellito, il fumo di sigaretta, l’obesità e la sedentarietà.

Sulla maggior parte di questi fattori di rischio è possibile intervenire con modifiche dello stile di vita o, quando indicato, con terapie farmacologiche.

La visita cardiologica non si limita alla valutazione di sintomi evidenti, ma ha un’importante funzione di prevenzione. Attraverso una raccolta accurata della storia clinica, la misurazione dei parametri vitali e, se necessario, l’esecuzione di esami strumentali e di laboratorio, è possibile individuare la presenza di fattori di rischio prima che si concretizzino in una patologia.

Uno degli aspetti più insidiosi dei fattori di rischio cardiovascolare è proprio la loro natura silente: spesso un soggetto si sente in buona salute pur avendo valori alterati che, nel tempo, aumentano significativamente il rischio di eventi cardiologici.

Ogni paziente ha una combinazione unica di fattori di rischio: per questo la prevenzione deve essere personalizzata e basata sulle evidenze. Il trattamento non si limita alla prescrizione di farmaci, ma comprende anche l’educazione a uno stile di vita sano e soprattutto sostenibile, con indicazioni su alimentazione, attività fisica e gestione dello stress.

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Dott. Vincenzo Nuzzi

Cardiologo presso ISMETT - Cardiologia Clinica e Insufficienza Cardiaca